Suono bene comune: riflessioni, esperienze e progetti dalla pandemia

Suono bene comune: riflessioni, esperienze e progetti dalla pandemia

A cura di Antonella Dicuonzo, Francesco Giomi e Ludovico Peroni.

SUONO BENE COMUNE: RIFLESSIONI, ESPERIENZE E PROGETTI DALLA PANDEMIA

La recente pandemia ha determinato un imprevedibile cambio di paradigmi culturali che ha spinto le attività umane, e in particolare molte pratiche performative, a riformularsi in maniera profonda.

Il volume è l’esito di un convegno internazionale, tenutosi “a distanza” nel dicembre 2020 e promosso dal Dipartimento SAGAS dell’ateneo fiorentino e da Tempo Reale-Firenze, al quale hanno partecipato numerosi studiosi con competenze e orientamenti diversi. Raccoglie pertanto contributi teorici e analitici sul suono, vettore di sorprendente efficacia emotiva durante il periodo del confinamento, con il fine di riflettere sulla sua capacità di ispirare nuove forme di creatività e di attenzione alla “fonosfera”. Allo stesso tempo, propone una riflessione sulla pregnanza della comunicazione e dello “stare al mondo” mediati dall’orecchio, inteso come strumento di “lettura” dello spazio antropizzato e dell’ambiente. Da più interventi, infine, è emersa la necessità di considerare anche il suono come un “bene comune”, al quale applicare quanto da tempo è largamente acquisito in ambito giuridico, economico e filosofico.

Attraverso la molteplicità delle prospettive raccolte, il volume tenta perciò di restituire un insieme diversificato di punti di vista da cui osservare la realtà sonora in cui siamo immersi, interrogandosi su alcuni possibili effetti in termini di conoscenza, benessere individuale e collettivo.

L’introduzione dei curatori:

[…]

Il volume Suono bene comune segue alcuni di questi possibili sentieri e, attraverso una raccolta di saggi anche molto diversi tra loro ma tematicamente articolati, affronta il passaggio che traghetta l’idea di suono “emergenziale” – quello scaturito appunto dalla pandemia – verso una prospettiva più a lungo termine, che vede il suono che ci circonda come protagonista di un processo di interesse e valorizzazione, sia come elemento sensoriale che come fattore espressivo, tanto da poterlo categorizzare come “bene comune”, ovvero oggetto e campo esperienziale da preservare, difendere, indagare.

La struttura del volume vuole articolare i saggi attraverso due grandi sezioni, Riflessioni e Esperienze e progetti: esse organizzano al loro interno temi e approcci, in modo da restituire la trasversalità e la pervasività (anche non specifica) dell’argomento trattato. Il tema del “suono come bene comune” è introdotto e affrontato dal saggio di apertura di Francesco Remotti, antropologo di grande competenza e prestigio, che inaugura anche le Riflessioni. Tale sezione – in equilibrio tra l’estetica, la filosofia, la riflessione sull’importanza del suono nella storia umana e l’attenta analisi di politiche e iniziative istituzionali mirate alla sua valorizzazione – accoglie saggi di altri studiosi più giovani che da una prospettiva ecologica (Neulichedl) e archivistico-documentale (Lopez e Liotard) ragionano sul concetto di suono come bene comune, sia nella sua applicazione in ambito educativo, sia nel contributo alla definizione di un ruolo attivo degli archivi sonori. Una nuova consapevolezza, legata a una crescente attenzione alla sfera auditiva, condivisa dalle considerazioni di Cavallaro e dalla prospettiva atmosferologica adottata da Di Croce. […]

https://www.squilibri.it/catalogo/come-suona-la-toscana/antonella-dicuonzo-francesco-giomi-ludovico-peroni-suono-bene-comune.html#l-introduzione-dei-curatori

 

 

Suono bene comune: riflessioni, esperienze e progetti dalla pandemia